Si narra che nel 1900 tre insigni prelati, venuti a Testaccio a visitare le scuole rette dalle suore, vissero una disavventura che si rivelò decisiva: «un ragazzaccio dei tanti che stavano a guardare i tre preti, scagliò con tutta forza un grosso sasso che frantumando ambedue i vetri degli sportelli attraversò la carrozza. […] Monsignore rivolto a D. Cerruti disse: “ Vede se c’è bisogno dei Salesiani a testaccio?” e D. Cerruti con la sua calma: “Sì, Monsignore, ce n’è proprio bisogno e li manderemo!”» (Notizie per la compilazione della cronistoria della Pia Società Salesiana).
Sin dalla sua nascita il quartiere è considerato terra di missione per la chiesa cattolica: già nel 1887, infatti, le Figlie della Divina Provvidenza gestiscono l’Ospizio di Santa Margherita sulla via Marmorata, poi si registra la presenza dei Gesuiti e infine dal 1899 si insedia l’Opera Salesiana, scelta definitivamente per guidare la nuova chiesa.
Nel 1908, in soli tre anni e con un significativo impiego di risorse e forze, viene consacrata al culto l’imponente chiesa di Santa Maria Liberatrice. L’arrivo dei Salesiani è mal tollerato dagli abitanti e provoca episodi di contestazione.

Questa resistenza nasce dalle forti componenti socialiste, repubblicane e anarchiche presenti a Testaccio e dalla popolazione in generale, cresciuta in seno a istituzioni educative e assistenziali laiche attive da anni nel quartiere e ispirate a valori democratici e partecipativi.
Durante la Prima Guerra Mondiale la presenza laica subisce un progressivo indebolimento e l’opera formativa e sociale dei Salesiani, con le scuole, l’oratorio, la filodrammatica, si intensifica e radica profondamente nel quartiere giungendo a rappresentare il punto di riferimento principale della popolazione di Testaccio in epoca fascista.
La chiesa, realizzata in laterizio e travertino, fu eretta in forme neoromaniche dall'architetto torinese Mario Ceradini. Sulla facciata sono i due mosaici raffiguranti la Crocifissione e la Madonna fra i Ss. Pietro, Paolo, Quirico e Giulitta, il papa Zaccaria e Teodoto. Sull'altare maggiore è conservato l’affresco del XVI secolo, raffigurante la Madonna con il bambino, proveniente dalla chiesa omonima demolita nel 1902 per far emergere i resti di Santa Maria Antiqua al Foro romano.

 

(A. Ancona)

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