Il titulus e la chiesa medievale
A eccezione di elementi scultorei di arredo liturgico conservati nella cappella del Battistero e all’interno della cripta, non è stata finora individuata alcuna struttura muraria appartenente alla basilica paleocristiana. Agli inizi del XII secolo la chiesa di Santa Prisca fu interessata da una massiccia opera di ricostruzione. A questo intervento, fra il 1103 ed il 1105, risale il nucleo originario della chiesa attuale. L’edificio, orientato parallelamente al pendio, utilizzò le preesistenti strutture murarie di epoca romana come fondazione sia dei colonnati, sia di due lati delle pareti. Di questa fase si conservano l’abside, parte delle pareti perimetrali, e le colonne che originariamente dividevano la navata centrale, ora inglobate nei pilastri di epoca barocca. Nel XV secolo, furono avviati nuovi interventi di restauro patrocinati dal papa Callisto III, volti in particolare al consolidamento dei colonnati mediante l’inglobamento delle colonne all’interno di un muro. |
La chiesa barocca e la cripta
Il cardinale Benedetto Giustiniani, titolare
della chiesa di Santa Prisca dal 1589, fu promotore di una radicale trasformazione della chiesa
medievale sotto il pontificato di Clemente VIII Aldobrandini. Una lapide accanto all’altare maggiore, ricorda i restauri eseguiti fra
il 1599 ed il 1600, in vista del giubileo.
L’architetto aretino Carlo Lambardi realizzò la nuova
facciata, mentre il riassetto della zona presbiteriale, delle navate, e
della cripta fu affidato a Domenico Cresti detto il Passignano, autore
della pala d’altare (Battesimo di Santa Prisca). Ad Anastasio Fontebuoni
o alla cerchia dei suoi aiutanti sono attribuiti due riquadri della
zona presbiteriale (Santa Prisca fra i leoni e Papa Eutichiano che trasporta
le reliquie di Santa Prisca).
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