Sotto il convento di Sant’Anselmo, ad ovest della piazza dei Cavalieri di Malta, all’inizio della via di Porta Lavernale, sono stati localizzati i resti della cosiddetta “domus Pactumeiorum”. Lo scavo avvenne negl’anni 1892-1896 quando l’autorità ecclesistica di Roma, dovendo fornire una nuova sede al Collegio Benedettino scelse la zona occidentale del colle Aventino per la costruzione della chiesa dedicata a Sant’Anselmo. Il terreno fu donato per volere di Papa Leone XIII dall’Ordine di Malta ed occupava la parte dell’altura a strapiombo su via Marmorata. Quest’area a differenza della fascia del colle che affaccia sul Tevere già occupata in epoca altomedievale con le chiese di Santa Sabina, Sant’Alessio e Santa Maria del Priorato, fu considerara idonea al progetto in quanto sgombra da edifici e coltivata a vigna. |
L'assenza di costruzioni post-antiche consentì la
buona conservazione dei resti di età romana che vennero documentati prima di essere
obliterati dalla costruzione del convento. Fu proprio
durante i lavori di sterro per le fondazioni del nuovo complesso che
furono rinvenute le strutture di una vasta domus attribuibile in base
ad alcuni rinvenimenti epigrafici alla famiglia romana dei Pactumei. L'indagine archeologica portò a suggerire una datazione della domus alla prima
metà del II secolo d.C. In realtà, negli scavi effettuati nel
2007 dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma
all’interno del chiostro occidentale dell’abbazia, venne alla luce una complessa sovrapposizione di
pavimentazioni appartenenti a più nuclei edilizi, che permetterebbe di collocare l'occupazione dell'area in un ambito cronologico molto più ampio, dalla piena età repubblicana
arriva almeno al IV-V secolo d.C.
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