La Stanza Gialla

La prima fortificazione dell’Aventino, a palizzate, è attribuita a Romolo mentre, secondo la tradizione, Anco Marcio aggiungendo il colle alla città lo dotò di una cinta muraria di cui non rimane testimonianza. L’Aventino era compreso anche nelle mura edificate da Servio Tullio nel VI secolo a.C. di cui si conservano alcuni importanti tratti nei sotterranei della chiesa di Santa Sabina.
Dopo aver attraversato la valle tra il Celio e l’Aventino, le mura inglobavano il "piccolo Aventino" (oggi noto come San Saba) con un percorso che ricalcava il tratto iniziale dell’attuale viale G. Baccelli e, dopo aver attraversato l’area di Santa Balbina, proseguivano in direzione di San Saba.
In quest’area, tra le chiese di Santa Balbina e di San Saba, si apriva la Porta Naevia dalla quale originariamente usciva la via Ardeatina. Con un andamento curvilineo le mura giungevano a piazza Albania, dove, più o meno nel mezzo di viale Aventino, si apriva la Porta Raudusculana da cui partiva la via Ostiense.
Un mito eziologico, certamente di origine arcaica, collega la Porta Raudusculana ad un certo Genucius Cipus, praetor paludatus nel 239 a.C. a cui, uscendo dalla porta erano spuntate le corna: il prodigio era stato interpretato nel senso che se egli fosse tornato in città sarebbe divenuto re. Sulla porta sarebbe stata posta una testa di bronzo con le corna a ricordo del prodigio.

Da questo punto, la cinta saliva verso la sommità dell' Aventino lungo via di Sant’Anselmo fino alla Porta Lavernalis, dove oggi è situata l' omonima via, per poi proseguire verso il Tevere includendo i settori conservati sotto la chiesa di Santa Sabina.

Per il tratto successivo una teoria ipotizza che il lato della città rivolto verso il fiume non sarebbe stato chiuso da mura di difesa se non per due lati perpendicolari al Tevere che univano questo all'Aventino e al Campidoglio. Nel braccio tra l’Aventino e il Tevere si sarebbe aperta la Porta Trigemina, in quello tra il Campidoglio e il Tevere, le porte Flumentana e Carmentalis Più probabile è invece l’ipotesi secondo la quale un muro parallelo al fiume avrebbe raggiunto il Campidoglio dall’Aventino.
Dall' analisi dell'iscrizione riportata sulla cd. "Ara dei vicomagistri", ora ai Musei Vaticani, è possibile ricostruire parte della viabilità interna. Sono attestati un vicus portae Naeviae e un vicus portae Raudusculanae. Entrambi si distaccavano dal vicus Piscinae Publicae che attraversava la valle tra Aventino Maggiore e Minore.

Il vicus Altus è stato invece localizzato, a seguito di scavi, a nord dell’attuale via di Santa Sabina il cui percorso ricalcherebbe quello del vicus Armilustri o, secondo un’ipotesi recente, del clivus Publicius.

 

 


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