La prima fortificazione
dell’Aventino, a palizzate, è attribuita a Romolo mentre, secondo la
tradizione, Anco Marcio aggiungendo il colle alla città lo dotò di una
cinta muraria di cui non rimane testimonianza. L’Aventino era compreso
anche nelle mura edificate da Servio Tullio nel VI secolo a.C. di cui si
conservano alcuni importanti tratti nei sotterranei della chiesa di
Santa Sabina. |
Da questo punto, la cinta saliva verso la sommità dell' Aventino lungo via di Sant’Anselmo fino alla Porta Lavernalis, dove oggi è situata l' omonima via, per poi proseguire verso il Tevere includendo i settori conservati sotto la chiesa di Santa Sabina. Per il tratto successivo una teoria ipotizza che il lato
della città rivolto verso il fiume non sarebbe stato chiuso da mura di
difesa se non per due lati perpendicolari al Tevere che univano questo
all'Aventino e al Campidoglio. Nel braccio tra l’Aventino e il Tevere
si sarebbe aperta la Porta Trigemina, in quello tra il Campidoglio e il Tevere, le porte Flumentana e Carmentalis Più probabile è invece l’ipotesi secondo la quale un muro parallelo al fiume avrebbe raggiunto il Campidoglio dall’Aventino. Il vicus Altus è stato invece localizzato, a seguito di scavi, a nord dell’attuale via di Santa Sabina il cui percorso ricalcherebbe quello del vicus Armilustri o, secondo un’ipotesi recente, del clivus Publicius.
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