La Stanza Gialla

La "stanza delle colonne" è di forma rettangolare coperta da una volta a botte a sesto ribassato. In corrispondenza dei lati lunghi si dispongono quattro colonne, non distanti dalle pareti, ad oggi conservate solo lungo il lato nord. Si tratta dell’unico esempio finora noto a Roma di variante colonnata di oecus: un ambiente di rappresentanza tipico delle ricche abitazioni romane della tarda età repubblicana e del primo impero.
Le colonne ioniche, ora in parte restaurate, sono rivestite di stucco bianco e poggiano su un semplice toro stuccato. Il loro fusto, composto da un nucleo in peperino ricoperto di stucco bianco, risulta lievemente rastremato verso l'alto.
Le pareti dei due lati corti della stanza mostrano al centro un’apertura a bocca di lupo che offriva illuminazione e ricambio d’aria. Già in origine quindi doveva trattarsi di un ambiente seminterrato, utilizzato prevalentemente in estate per il soggiorno e il ricevimento.
Gli intonaci presenti sul muro nord sono stati recentemente ricollocati dopo un lungo e accurato restauro consistente nell'asportazione dello spesso strato di calcare che rendeva illeggibili le pitture. Le pareti sono rivestite da pitture a fondo bianco che creano un ambiente monocromo secondo la moda del periodo. I colori chiari utilizzati nella decorazione della domus di Casa Bellezza avevano la funzione pratica di dare l'impressione che le stanze fossero più ampie della realtà.

Gli elementi decorativi, che riprendono motivi tipici del IV stile pompeiano, sono riconducibili a contesti rituali e rappresentazioni idilliache della natura: oggetti sacrali, ghirlande, candelabri, tralci di fiori e foglie, animali reali e fantastici, o veri e propri quadretti paesaggistici. Appare anche il tirso, una staffa decorata con tralci di vite ed edera e sormontata da una pigna, che gli antichi associavano al mondo dionisiaco.
I pochi frammenti di stucco dipinto appartenenti al soffitto voltato ne suggeriscono una decorazione a motivi geometrici.
L’omogeneità cromatica e stilistica tra le decorazioni dipinte dei soffitti e delle pareti dimostrano come nelle case romane questi due elementi architettonici fossero considerati complementari. I pavimenti, al contrario, si basavano su schemi decorativi indipendenti.
Il pavimento è conservato praticamente intatto. Esso è costituito da scaglie di pietre bianche e nere (palombino e lavagna) e marmi colorati (tra cui giallo antico, alabastro, africano, serpentino, breccia di Aleppo) inserite fittamente in un fondo di cocciopesto. Nella tessitura del pavimento risaltano, per la maggiore dimensione e per la forma regolare, due piastrelle esagonali di palombino e due romboidali di pietre diverse. In posizione centrata presso la parete di fondo si trova una lastra circolare composta da un unico pezzo di breccia di Aleppo: una sorta di émblema. L'utilizzo di marmi colorati di difficile reperimento per impreziosire i pavimenti trova precisi riscontri nei mosaici di Pompei.

 


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